La struttura sociale del territorio dell’attuale Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi era organizzata in piccoli borghi circondati da un territorio, spesso impervio, nel quale sorgevano poderi sparsi, abitati da famiglie numerose e pressoché autosufficienti. Il frazionamento dell’abitato non ha però impedito che venissero realizzati spazi comuni per il lavoro e che si ricercassero momenti di incontro. Non solo mercati settimanali o veglie, ma anche le messe domenicali univano all’aspetto religioso l’occasione di incontro e di condivisione tra persone che vivevano distanti. Non era affatto inusuale che, ad esempio, famiglie del ridracolino, come gli abitanti della Seghettina, si recassero per la messa della domenica all’Eremo di Camaldoli.
Anche le stesse feste religiose organizzate nelle parrocchie diventavano un’occasione di incontro, richiamando gli abitanti dei poderi sparsi, i sacerdoti delle località vicine e in alcuni casi i monaci camaldolesi, come ad esempio a Pietrapazza. Qui era usanza che ogni famiglia si occupasse di una specifica festa religiosa, ospitando per il pranzo le persone convenute alla festa. Venivano chiamate “famiglie festarine”, che tra gli anni ’30 e ’50 erano:
- i Marianini di Ca’ di Giorgio per l’Immacolata Concezione;
- i Martinetti della Casetta per San Vincenzo Ferreri;
- i Rossi dell’Eremo Nuovo per S. Antonio da Padova;
- i Milanesi di Ca’ di pasquino per il Corpus Domini;
- gli Amadori delle Graticce per la Madonna del Rosario;
- i Beoni del Frassino per Sant’Antonio Abate.
Lungo le vecchie vie di comunicazione che collegavano i nuclei sparsi erano tantissime le maestà, piccole costruzioni in pietra erette per costudire un’immagine sacra. Non erano solo segnali dei confini di una parrocchia o punti di riferimento per il viaggiatore, indicando tempi di percorrenza e segnalando bivi, ma veri e propri segni della devozione popolare, eretti come indicazione del percorso delle processioni, in ricordo di una grazia ricevuta o di uno scampato pericolo.
Una leggenda narra che, in un’epoca remota, un violento nubifragio fece ingrossare a tal punto le acque del Bidente di Ridracoli che la fiumana demolì la chiesa e trascinò a valle tutti gli arredi sacri, compreso un pregevole crocifisso ligneo del ‘300. Il crocifisso si impigliò fra i rami di una quercia nell’alveo del fiume di Santa Sofia, venne recuperato dai ridracolini e ricollocato al suo posto. Alcuni anni dopo il nubifragio si ripeté, il crocifisso venne nuovamente trasportato dalla furia dell’acqua a Santa Sofia. Questa volta i santasofiesi interpretarono il fatto come un segno divino, rifiutandosi quindi di restituirlo e, nel punto in cui era stato rinvenuto, edificarono una chiesa, esistente tutt’oggi, e la dedicarono al SS. Crocifisso. I ridracolini non dimenticarono l’affronto subito e fino agli anni ’40 del secolo scorso, come avevano fatto per secoli, a inizio maggio partivano in processione per andare a fare visita al loro crocifisso. Tutti, una volta arrivati alle porte del paese con il parroco in testa alla processione, gridavano con fare minaccioso: “La gesa l’è la vostra, ma ’l Crist l’è ‘l nostre” (La chiesa è la vostra ma il Cristo è il nostro).
Nel periodo di Pasqua era tradizione legare le campane dal Venerdì Santo in segno di devozione per la morte di Gesù Cristo, per poi slegarle la domenica mattina, giorno della Resurrezione. In questo lasso di tempo, per scandire le ore delle funzioni religiose, i bambini giravano per le vie del paese facendo sferragliare le “scarabattole”, attrezzi in legno con maniglie di ferro che venivano agitati rumorosamente.

Croce lungo la mulattiera tra ca’ di Pasquino e Pietrapazza – Archivio Onofrio Leoni 
Donna di fronte a una maestà, 1956 – Archivio Fotografico Dott. Torquato Nanni 
Festa a Ca di Pasquino, Pietrapazza – Archivio Onofrio Leoni 
Festa a Strabatenza con venditore di dolciumi, 1952 – Archivio Leoni 
Festa degli alberi, Strabatenza, 1952 – Archivio Leoni 
Festa degli alberi, Strabatenza, 1952 – Archivio Leoni 
Festa degli alberi, Strabatenza, 1952 – Archivio Leoni 
In processione, anni ’50 – da “Il popolo di Pietrapazza” 
In processione, anni ’50 – da “Il popolo di Pietrapazza” 
In processione, anni ’50 – da “Il popolo di Pietrapazza” 
Maestà di Ridracoli, 1941 – Archivio Fotografico Dott. Torquato Nanni 
Maestà di Ridracoli, 1943 – Archivio Fotografico Dott. Torquato Nanni 
Maestà, 1945 – Archivio Fotografico Dott. Torquato Nanni 
Pietrapazza – Archivio Onofrio Leoni 
Pietrapazza – festa di settembre – chiesa vecchia, anni ’30 – Archivio Leoni 
Pietrapazza – Archivio Onofrio Leoni 
Pietrapazza – Archivio Onofrio Leoni 
Pietrapazza – Archivio Onofrio Leoni 
Pietrapazza, inaugurazione della nuova chiesa, 1936-1938 – Archivio Onofrio Leoni 
Processione a Casanova dell’Alpe, 1938 – Il popolo di Casanova dell?Alpe 
Processione a Pietrapazza, anni ’50 – Archivio Leoni 
Processione a Pietrapazza, anni ’50 – Archivio Leoni 
Processione, 1940 – Archivio Fotografico Dott. Torquato Nanni 
Ridracoli, Matrimonio – Archivio Onofrio Leoni