Dalla seconda metà del 1400 iniziò il lungo periodo di gestione delle foreste da parte dell’Opera del Duomo, che inizialmente ricavò il pregiato legname di abete bianco per la costruzione di Santa Maria del Fiore a Firenze e poi anche per gli arsenali di Pisa, di Livorno, della Francia meridionale e per realizzare le antenne da marina per le navi dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Uno dei principali problemi legato all’utilizzo del bosco era dovuto alle difficoltà di abbattimento e di trasporto del legname: si cercò di ovviare costruendo delle seghe ad acqua in foresta, che consentivano una prima lavorazione sul posto prima di ricorrere al trasporto con il bestiame. Con il tempo poi la situazione si complicò, e anche i rapporti con le popolazioni locali non furono sempre pacifici. I romagnoli erano infatti abituati da generazioni a considerare il bosco come proprietà collettiva e, nonostante i divieti, cercavano continuamente di invadere le proprietà dell’Opera del Duomo per tagliare il legname, ricavare terreno per le coltivazioni o far pascolare il bestiame.